BENTORNATA PRINCIPESSA di Joel



BENTORNATA PRINCIPESSA

Come ogni anno mi ritrovavo qui, a casa della famiglia che mi aveva cresciuta come una figlia.La casa era calda, accogliente, illuminata da innumerevoli candele.Il mio cuore batteva forte per l’emozione che sempre mi provoca tornare qui.Esme e Carlisle sulla porta mi accolsero in un lungo abbraccio comune, avvolgendomi nelle loro braccia affettuose.
“Troppo tempo, tesoro... troppo ...”
“Lo so ... mi dispiace tanto ....”
“Ma ora sei qua, anche solo per un week end e tutto è perfetto. completo...”
Passi veloci dalla cucina mi fecero capire che anche altri erano già arrivati.
Vidi Alice, venirmi incontro con graziosa e leggera, occhi che brillavano per l’emozione.E Jasper dietro di lei. Più composto ma con il suo caldo sorriso rassicurante e poi Emmett, che mi prese in braccio facendomi fare un giro di 360 gradi prima di baciarmi forte su di una guancia ed infine Rosalie, con la sua grinta e simpatia, che mi liberò dalle grosse braccia del marito per prendermi le mani e squadrarmi dalla testa ai piedi.
“Ma guardala la nostra Belly! ... Dio come sei cambiata .. ti sei fatta donna per davvero eh? ... C’è di mezzo qualche fortunato imprenditore di New York?”
Arrossii imbarazzata.
Era vero. Ero cambiata. In questo anno non avevo pensato ad altro ... a cambiare per lui ... Edward.
Le sue parole l’anno scorso avevano aperto in me una ferita che mi aveva modificata profondamente. Che mi aveva spinta a crescere.
(un anno prima)
Eravamo qui, per la stessa ragione, festeggiare il Natale tutti insieme.
Era arrivato con la sua fidanzata di turno.
“Bentornata Principessa!”“Bentornato Edward!”
Dopo cena avevano litigato, lei era gelosa di me. Li avevo sentiti in camera loro discutere la sera.
“Edward .. mi vuoi spiegare? Cosa c’è tra te e Isabella? Le stai sempre addosso, non la perdi di vista un minuto... è una cosa disgustosa .. non è una specie di sorella minore per te? perchè a vedervi così non si direbbe ...”
Era vero.
L’anno scorso l’atteggiamento di Edward nei miei confronti era stato differente. Mi aveva guardato con occhi diversi, mi ero quasi illusa che anche lui provasse quello che da sempre provavo io per lui. Amore, attrazione, devozione.
Ma c’era anche lei.
Chelsey.
La sua ragazza. Importante al punto da portarsela dietro alla nostra riunione di Natale. Importante al punto da permetterle di condividere la sua stanza in nostra presenza ... in mia presenza.
Avevo 21 anni ed ero ancora vergine.
Non avevo ancora trovato un ragazzo che potesse sostituirlo e a cui donarmi, donare tutta me stessa.Da stupida che ero, ancora speravo che il mio primo vero uomo sarebbe stato lui.Ma le parole che disse, cambiarono le mie aspettative per sempre.
“Ma cosa dici tesoro? Io voglio bene a Bella, moltissimo .. ma davvero è come una sorella per me, è una bambina ancora non la vedi? Come fai ad esserne gelosa... Certo che sto con lei, non la vedo mai e per un paio di giorni mi fa piacere starle insieme .. ma no .. non ho mai pensato ad Isabella in altri termini ... una sorella ... ecco .. questo è....”
Ricordo che passai velocemente di fronte alla porta della loro camera, rossa di vergogna, lottando per trattenere le lacrime che sarebbero uscite da lì a un secondo.
Quello ero per lui, una sorella. Lui per me era tutto ed io per lui ero la ragazzina da coccolare una volta all’anno. Questo non sarebbe cambiato mai. Edward mi vedeva così...e poco importa che io mi fossi innamorata di lui 8 anni prima.
All’epoca sapevo che il mio era un amore impossibile. Io avevo 13 anni e lui 20.Io ero la ragazzina che ciondolava per casa in compagnia di Alice e lui era il sogno proibito di ogni ragazza o donna di Forks e dell’Università che frequentava a Chicago.
Già da allora i nostri incontri erano sporadici. Lui stava fuori molti mesi all’anno.Ma l’affezione nei miei confronti era stata sempre intensa e sincera.
Mi ero illusa che diventando una donna, il suo sguardo su di me sarebbe cambiato.
Ma l’anno scorso quella stessa giornata, la vigilia di Natale, ogni mia illusione si era infranta.
Io la piccola dolce Bella... una sorella.
Nella mia camera piansi per ore ... fino a quando un’illuminazione mi fece alzare dal mio letto con una grinta che non avevo mai sentito prima.
Lui ora era un giovane medico in carriera di 29 anni e tra poco una Chelsey, Kelly o Samantha qualunque se lo sarebbe preso. Ed io non potevo arrendermi, almeno non fino a quando non avessi combattuto per davvero.
Ed avevo 21 anni ... non 13 ... e per la miseria se avevo dovuto faticare per tenere a bada tutti i ragazzi che ora tentavano di infilarsi nelle mie mutande.
Perchè non ero più una bambina. Dannazione proprio no!
Ero diventata una bella ragazza, morbida e slanciata e il mio viso si era fatto grazioso. Mi ero fatta crescere i capelli per correggere un lieve difetto che da bambina mi aveva fatto guadagnare il soprannome di “topolina”, le mie curiose orecchie a sventola.Ed ora avevo lunghi capelli che molte mie amiche invidiavano.
Possibile che tutti vedessero la donna che stavo diventando tranne l’unico uomo che mi interessava?
Entrai in doccia e ne uscii con un piano .. un piano a lungo termine che sarebbe iniziato da quel giorno e che, nel caso, mi avrebbe portata al mio obiettivo nei 12 mesi successivi.
Mi rasai perfettamente le gambe. Spazzolai i miei capelli, rendendoli lucidi e morbidi, ed invece di indossare i soliti jeans, che per la verità mi stavano pure in modo spettacolare, perchè... dannazione se non avevo uno dei culi più sodi di tutto il campus..., optai per un abito corto grigio chiaro in lana sottile e morbida, fasciante al punto giusto e con uno scollo a V che non lasciasse nulla all’immaginazione.
In fin dei conti avere 21 anni non è poi un grande svantaggio da questo punto di vista no?
Ecco, ed infatti non indossai nemmeno il reggiseno.
Mi truccai, soddisfatta pensando che Edward non mi aveva mia vista truccata. Senza esagerare però, un pò di matita e ombretto per dare profondità allo sguardo, un pò di blush ed infine un leggero lucidalabbra trasparente.
Scesi in sala, dove tutto era pronto per il cenone trasformata, dentro e fuori... e se la povera Chelsey si era già preoccupata in precedenza ... ora sarebbero stati cazzi!
In sala mi accolsero fischi e applausi da parte di Emmett e Jazz, uniti a commenti divertenti e frizzanti.
“Oddio bambina fatti vedere... cos è successo in queste tre ore di riposino pomeridiano? Dove è finita la nostra Belly??? e chi è questa donna mozzafiato??” Scherzavano e mi facevano sentire sicura e sexy.
Quando Edward era sceso dal quelle stesse scale qualche minuto dopo si era fermato a metà, interrompendo la frase che stava pronunciando con tono allegro “Che diamine sta succed..... Principessa?”, gli occhi spalancati e la bocca aperta, ed io gli ero corsa incontro con un bicchiere di Champagne per lui, sorridente e tranquilla.L’avevo preso per una mano e gli avevo sussurrato in un orecchio“Vieni a giocare un pò con noi .....”
Mi aveva fissata per un paio di secondi, io avevo ricambiato il suo sguardo con un’espressione non fraintendibile....del tipo “Ti sembro davvero tua sorella?”
Dopo circa un quarto d’ora era scesa anche l’infame Chelsey.
La cena era trascorsa amabilmente come sempre intorno alla grande tavola rettangolare della sala.
Lui di fianco a lei. Io di fronte a lui.
Non sembrava del tutto a suo agio all’inizio e lo notai lanciarmi di tanto in tanto occhiate interrogative ed insicure. Talvolta però nel suo sguardo si poteva notare altro ... si era fatto a tratti più scuro, attento, sensuale.
Dopo qualche calice di Champagne ci trovammo tutti allegri e rilassati. Tranne la povera Chelsey che per qualche ragione si sentiva esclusa dalla nostra atmosfera familiare e un pochino cameratesca.
Dopo cena iniziammo con i soliti giochi di natale, Taboo, il gioco dei mimi, il classico tombolone!!! A quel punto Chelsey non ce l’aveva più fatta ed era salita in camera scusandosi e dicendo che aveva un pò di mal di testa.
Rimanemmo ancora un pochino in sala di fronte al camino a chiacchierare del più e del menoPoco per volta tutti erano saliti nelle loro stanze fino a lasciarci soli.
Eravamo sul divano, lui da un lato io appoggiata all’altro bracciolo, leggermente brilla, con le mie gambe appoggiate alle sue.Le sua mani mi accarezzavano dolcemente mentre continuavamo a parlare e potevo leggere nel suo volto il peso del conflitto, dell’indecisione ... per la prima volta un pò di confusione ed insicurezza su quel volto perfetto.
E di nuovo i suoi occhi sulle sue mani che accarezzavano le mie gambe in un modo differente.
Poco prima di mezzanotte decidemmo di salire alle nostre stanze. Lo facemmo in silenzio. Lui sembrava più a disagio di me. In difficoltà nel salutarmi, una volta arrivati nel corridoio che ospitava le nostre due stanze.
Sapevo che lungo tutta la serata qualcosa in lui era cambiato. Di sicuro non mi aveva parlato, guardato e toccato come aveva fatto fino all’anno prima.
E questo per me era già un buon punto di partenza.
Con un coraggio, di cui ancora oggi mi stupisco, prima di lasciarlo tornare da lei, mi ero messa in punta di piedi, in centro al corridoio ampio e sotto il vischio che addobbava un pò ovunque tutta la casa e gli avevo sussurrato in un orecchio “Vogliamo salutarci rispettando la tradizione?” e senza lasciargli nemmeno il tempo di reagire lo avevo baciato, con passione e intenzione.
La sua bocca si era aperta alla mia e un gemito di piacere era uscito dalle sue labbra, alimentando l’intensità del nostro bacio. Le mie mani erano salite lungo gli avambracci tesi, fino ad arrivare alla base del suo collo dove avevo afferrato con forza alcune ciocche dei suoi capelli. Le sue mani mi stringevano forte sul bacino, e poi la sua presa si era fatta aggressiva e ed urgente sulle mie natiche.
Sentivo il suo sesso duro come il marmo premere contro il mio stomaco.
Poi la voce di lei.
“Edward sei li? “
Lui mi aveva guardato con un’espressione confusa e spaventata e senza dire una parola si era infilato in camera.
Il giorno dopo al mio risveglio era già partito.
Pare che Chelsey avesse degli impegni di famiglia urgenti.
Ed ora ero di nuovo qui.
Un anno dopo.
Lo stesso piano solo più affinato e determinato.Un piano portato avanti per 12 mesi.
Durante l’anno che ci aveva separati ci eravamo sentiti qualche volta per telefono o mail, senza mai accennare all’accaduto.
Durante quello stesso anno mi ero arresa ai miei ormoni, iniziando a frequentare alcuni ragazzi che mi avevano insegnato l’amore e la passione.
Durante quello stesso anno avevo finalmente perso il mio status di vergine, e con un piacere che non avevo anticipato, ed ero stata anche in grado di godermi parecchie esperienze fini a se stesse.
Durante quello stesso anno avevo fatto della cura della mia immagine, seppur non maniacale, un’abitudine che in modo stabile aveva modificato la percezione che gli altri avevano di me.
Durante quello stesso anno non avevo smesso un minuto di pensare ad Edward.
Ed ora mi ritrovavo qui.
Questa sarebbe stata l’occasione che non avevo mai avuto, ma che forse non mi ero mai davvero data.
Pregai di non vederlo arrivare con l’ennesima fidanzata di turno.
Forse pregai troppo perchè Edward non arrivò.
Ci avrebbe forse raggiunti in nottata se si fosse liberato da un’emergenza improvvisa in ospedale. Ma c’erano poche speranze.
Ero nella mia stanza, la serata era stata piacevole e confortante come sempre, ma il dolore provocato dalla sua assenza non mi aveva lasciata un attimo.
Tutto questo impegno, tutta questa determinazione, tutto il mio ottimismo non avevano portato a niente.
Andai nella sua stanza per sentirlo più vicino.
Mi misi una sua maglietta a maniche lunghe e mi infilai sotto le coperte del suo letto, nel tentativo di immergermi nel suo odore.
Bella mossa per la donna adulta che volevo mostrare di essere.
Senza nemmeno rendermene conto mi addormentai.
E poi lo sentii.
Non so se fossi più preoccupata o galvanizzata dal fatto che mi trovasse nel suo letto.
Non mi mossi ... finsi di essere ancora addormentata.
Accese la luce.
Io con gli occhi chiusi. Sperando che il mio respiro accelerato non mi tradisse.
“Ma che ....”Lo sentii avvicinarsi.“Isabella.....” la sua voce appena un sospiro.
I miei occhi serrati.
E dentro di me una preghiera .. ti prego non mi mandare via ... ti prego resta con me.
Chiuse la luce e si diresse in bagno.
Sentii scorrere l’acqua della doccia e non resistetti.
Mi alzai in silenzio dal letto ed aprii la porta di quel poco che mi permettesse di guardare dentro senza essere vista.
E ... Oh mio Dio ... Edward era nudo in doccia. Il suo corpo perfetto... ancor più che nei mille sogni ad occhi aperti che avevo fatto su di lui.
La mano appoggiata al vetro della doccia.
L’altra che scorreva dal basso verso l’altro ritmicamente lungo la sua lunghezza.
Gli occhi chiusi serrati.Il ritmo che aumentava e poi lo vidi.
Lo vidi tirare la sua testa indietro, il collo teso e dalla sua bocca un grugnito ed un nome.
Il mio.
Oh Dio.
Lo vidi riaprire gli occhi e scuotere la testa.
Sembrava arrabbiato, frustrato.
Con un movimento veloce spalancò la porta della doccia. E lo vidi uscire per andare a prendersi l’accappatoio.Velocemente mi infilai di nuovo sotto le coperte.
Ripensando a quello che avevo visto.Edward nudo che si masturbava nella doccia e che diceva il mio nome.
Ero bagnata da far schifo e sfregavo le mie cosce per alleviare la tensione impossibile che sentivo.
L’ho già detto che nell’ultimo anno avevo praticato molto sesso e che avevo scoperto che mi piaceva parecchio????
Lo sentii uscire dal bagno e dopo pochi secondi, l’aria fredda delle coperte alzate raggiunse la mia schiena, facendomi venire la pelle d’oca.
Lo sentii infilarsi nel letto dietro di me e avvicinarsi cauto.Finsi un gemito, come nel sonno, inarcando la mia schiena e andando a schiantare il mio sedere contro di lui. Contro il suo sesso spento dalla recente attività in doccia.
Sentii le sue mani scoprire il mio collo dai capelli e lentamente, con cautela, le sue labbra appoggiarsi aperte lungo di esso.
Le sue mani mi abbracciarono da dietro, mentre il suo viso restò ancora fermo tra il mio collo e il mio viso. Capivo che mi stava toccando, sperando di non svegliarmi, come di nascosto, come per concedersi un piacere proibito.
Decisi di stare al gioco.
Inarcai ancora di più la schiena e presi una sua mano portandomela tra le gambe. E fingendo di sognare cominciai a cantilenare il suo nome in modo seduttivo.
E nel fare questo feci in modo di continuare a muovermi contro di lui, che malgrado l’atttività preventiva in doccia non potè fare a meno di reagire.
Lo sentivo diventare più duro ad ogni mio passaggio e mormorare “Oh Dio .. Oh Dio...Isabella ... non è possibile .. non .... riesco ....”
La sua mano si infilò dentro le mie mutandine, e le sue dita aprirono con facilità le mie labbra bagnate.
Lo sentii grugnire dentro di me al contatto con la mia carne pronta per lui. E poi penentrarmi con le sue dita lunghe e affusolate e nel contempo massaggiarmi il clitoride già sensibile da far male con il suo pollice.
E non ce la feci più.
Non ce la feci più a fingere e decisi di voltare il mio viso ad incontrare il suo. Le sue labbra ancora sul mio collo.
I miei occhi ben aperti e carichi di desiderio lo fissarono per un minuto e poi le mie labbra catturarono le sue.
“Sei arrivato .... finalmente ....”
“Isabella .....”
“No ... non parlare ... ti prego... non ti fermare ...ho aspettato troppo Edward ... ti prego ...”
Continuò a baciarmi con passione, con forza, con disperazione, e a scoparmi con le sue dita favolose
Fino a quando non venni con un orgasmo così intenso da fare impallidire anche le scopate migliori dell’ultimo anno.
Lo sapevo. L’avevo sempre saputo. Lui era perfetto per me.
Dopo il mio orgasmo mi girò sulla schiena e si mise sopra d me.
Ci guardammo per secondi che sembrarono eterni.
Il suo sguardo perso, pieno di passione e desiderio, pieno di un’attrazione animale.Specchio del mio.Senza più dire una parola gli sfilai la maglietta velocemente e i boxer, e altrettanto freneticamente mi liberai di tutto ciò che indossavo.
E in un attimo lo sentii appoggiarsi al mio ingresso ancora pulsante per il recente orgasmo.
“Va bene così.....?”“Sì ....”“Lo vuoi per davvero?....”“Dio Edward ... sì ... sì .. sì...”“Isabella questo cambia tutto tra noi.... lo sai?”
Gli presi il viso tra le mani e spinsi il mio bacino contro di lui , facendolo entrare per qualche millimetro dentro di me solo la sua punta.
Chiuse gli occhi e con una spinta lunga e decisa mi penetrò fino in fondo.
Sentivo che sarei potuta venire solo per la sensazione di averlo dentro.
Iniziò lento, dolce, tenendomi stretto il viso tra le mani mentre mi baciava con una passione impossibile.
“Dio .. Oh Dio.... lo sapevo ... cazzo .. lo sapevo ... L’ho sognato così tante volte ... cazzo sei perfetta ... “
Le sue parole mi fecero quasi venire lì per lì.
Edward aveva sognato di me. Mi desiderava e non solo per l’avermi trovata nel suo letto.
Il suo ritmo accelerò sensibilmente, i suoi colpi si fecero duri, imperiosi.Era perfetto ... anche il sesso con lui era superiore ad ogni altra esperienza... superiore ad ogni possibile immaginazione.
Ad ogni colpo sentivo l’eccitazione crescere esponenzialmente fino a che non resistetti più.
Avrei voluto che quel momento durasse per sempre ma il piacere era troppo.Gemendo nella sua bocca venni con le contrazioni più intense mai provate in vita mia.
Poi lo vidi... il suo viso trasformarsi in una smorfia di piacere intenso e lo sentii riempirmi del suo liquido caldo e copioso.
Rimanemmo a fissarci per minuti tremanti e increduli.
“Bentornata Principessa”
“Bentornato amore.”

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