BUONISSIMO NATALE di Sparviero Nero


BUONISSIMO NATALE


La sala riunioni era gremita.Tutti erano presenti al grande evento del premio di fine anno dato all’impiegato con il miglio rating sulle vendite dell’anno. Non che importasse a tutti, ovviamente, ma era la vigilia di Natale, nessuno aveva voglia di lavorare e la riunione con festa annessa era un ottimo modo per iniziare il breve periodo di chiusura natalizia.

Il presidente Aro Volturi a capo della sala stava facendo il solito discorsetto sull’andamento dell’azienda e presentazione del vincitore.
“... Sono molto lieto di annunciare che quest’anno c’è stato un pari merito e il premio verrà diviso tra... Isabella Swan...”
Siiiiiiiiiiiii!!!! Evvaiiiiii!!! Ce l’ho fatta! A stento contenevo la soddisfazione per tutto il mazzo che mi ero fatta quest’anno e ora ero curiosa di sapere chi fosse l’altro beneficiario.
“... e Edward Cullen!”
Rimasi congelata sul posto.
Edward Cullen?
Ma chi? L’ Edward Cullen che passa la metà del suo tempo a scoparsi le impiegate nella stanza della fotocopiatrice o nei ripostigli delle pulizie?! No.
Non può essere!
Mi girai verso di lui lentamente.
Incrociai il suo sguardo soddisfatto e borioso. Quando notò la mia espressione incredula ebbe persino il coraggio di farmi quel mezzo sorriso così... così... sexy... No! Voglio dire da bastardo supponente, egocentrico, maschilista e mmmmmh!!!
Ero fuori di me. Non era giusto dividere il premio della mia fatica con uno che per vendere non esitava a sedurre ogni donna in grado di respirare e forse nemmeno quello!
Fui distratta dai colleghi che venivano a congratularsi a turno e cominciammo a bere lo champagne di scarsa qualità che la compagnia offriva per l’evento.
“Hey, Bella! Congratulazioni!”
“Grazie Angela, è bello in qualche modo vedere il proprio lavoro riconosiuto e premiato, anche se quest’anno pare che sia stato considerato anche altro” ero sarcastica e brilla.
Ero sarcastica perchè brilla.
Ero brilla perchè sarcastica.
“Oh Bella, non dire così, lo sai che Edward è bravo quanto te, e non credo che sia terribile come pensi. Ho notato sai, come ti guarda. Ma non capisci che cerca di fare colpo su di te? Quante volte te lo devo ripetere?”
“Tu dici? E quella volta che l’ho trovato sul pavimento nella saletta delle fotocopie con sopra Jessica in stile cow-girl? Ha sicuramente fatto colpo su di me!” le ripetei per l’ennesima volta in tono annoiato. Però ricordare mi bruciava ancora.
“Bella! Lo sai che fu Jessica a saltargli addosso! Lo sanno tutti e lei non si è neanche premurata di negarlo. E poi non è successo nulla, e lo sai!”
“No, non lo so! Aveva la camicia slacciata, Ang! E le sue mani erano sul culo di Jess!” sibilai irritata.
“Aaaah! Quanto sei testarda! Perchè non ammetti che ti piace una volta per tutte e ti levi questo dente?”
“Ha! Mi piace! Ma non farmi ridere! Avrei persino paura di beccarmi qualche malattia venerea solo a stargli vicino!” e giù un altro bicchiere di robaccia.
“Forse... o forse hai paura che a stargli vicino non gli resisteresti..” mi guardava tra le folte ciglia nere e aveva un sorrisetto che non mi piaceva neanche un po’.
“Non ti preoccupare, stargli vicino non rientra nei miei progetti per i prossimi 100 anni.” Infatti più che vicino gli vorrei stargli letteralmente addosso, possibilmente senza vestiti.
Ok. Sono ufficialmente sbronza.
“Vedremo...” e con il suo sorrisetto diabolico si disperse tra la folla di impiegati ormai più che alticci.
***
Due ore dopo ero nel mio ufficio a controllare le ultime cose. Fuori era buio e la neve continuava a scendere.
Angela comparì alla mia porta.
“Bella, che fai ancora qui? Se ne sono andati via tutti, è meglio che ti sbrighi prima che la tormenta qua fuori ti blocchi in ufficio per tutte le feste. Dai sbrigati, prima che chiudano tutto.”
“Oh, Grazie, non mi ero accorta che fosse così tardi, spengo tutto e vado.” Cominciai a raccogliere le mie cose.
“Buon Natale Bella e ancora congratulazioni per il premio” sorrise.
“Il mezzo premio.” La corressi.
“Um... sono sicura che troverai il modo di farlo tornare intero..” aggiunse a mezza voce.
La fleshai con lo sguardo “Buon Natale anche a te, AMICA” ma mi sfuggì un sorriso.
***
Salii in ascensore, ma improvvisamente una mano bloccò le porte scorrevoli.
Era niente popò di meno che Edward-che-mi-ha-fregato-a-tradimento-mezzo-premio-Cullen.
“Swan” mi rivolse la parola guardando verso le porte che si chiudevano.
“Cullen” guardavo nella stessa direzione anch’io.
Le porte si chiusero e io rimasi avvolta dal suo... delizioso profumo. Sniffai un po’ l’aria in maniera discreta, nel tentativo di capire quali aromi componevano quell’elisir-
“Mi stai annusando Swan?”
Merda!
Non credo di essere stata poi così discreta.
“Stai sognando Cullen” ero abituata ai nostri battibecchi, mi veniva automatico ormai.
“M-hm... certo... Anche il tuo profumo è delizioso...” si era fatto più vicino e mi aveva mormorato all’orecchio. Potevo sentire il calore irradiato dal suo corpo, il suo odore più intenso...-Cosa? Non avevo parlato ad alta voce vero?!
Mi guardava ora, potevo vederlo dal riflesso sul metallo delle porte dell’ascensore.
Improvvisamente ci fu un forte sussulto, tanto da farmi perdere l’equilibrio e farmi aggrappare alla sua giacca.
L’ascensore si arrestò tra un piano e l’altro e la fioca luce gialla d’emergenza prese il posto della luce situata al soffitto.
“Che succede?” mi guardai intorno impaurita, senza mollare la presa.
Lo guardai e mi accorsi che lui mi stringeva a sua volta in modo protettivo, notai per un attimo qualcosa nel suo sguardo, come se fosse preoccupato, come se cercasse di capire se stavo bene.
“Sarà un guasto, non preoccuparti, al pian terreno c’è il guardiano notturno, vedrai che sistemerà tutto in breve tempo” la sua voce era diventata di velluto e io avevo cominciato a tremare.
Non tremavo di paura.
“Isabella... “
I suoi occhi danzavano tra i miei e la mia bocca. Respiravo a fatica.
Ma non per paura.
“Hey... non mi sono ancora congratulato con te per il premio, non pensavo che riuscissi ad eguagliare la mia quota, sai ho lavorato duro...”
Mi stava prendendo per il culo.
Ci misi un nanosecondo per riacquistare i miei sensi.
“Oh davvero? Sono certa che ti sei lavorato duro tutte le clienti, esattamente come hai fatto con Jessica!” non credo si potesse vedere ma ero certa che mi stava uscendo vapore dalle narici dalla rabbia.
Il suo sorriso sghembo non lo abbandonava, mentre misurava attentamente ogni mia reazione.
“Swan, perchè te la prendi tanto? Siamo pari, no? Vorresti una posizione superiore? Vorresti stare sopra di me? Ma per questo non hai che da chiedere e sarò felice di sottomettermi...”
Gli avevo afferrato con forza i risvolti della giacca, ero in punta di piedi per cercare di stargli naso a naso. Ero furiosa. Anche perchè non riuscivo ad arrivargli minimamente al naso.
“Hai una bella faccia tos-“
Schiantò le sue labbra sulle mie. Si muovevano con fervore. Vogliose, aperte, umide.
Mi spinse fino a trovarmi con la schiena alla parete metallica e le sue mani cominciarono a cercare.
Le mie mani trovarono la loro sede naturale nei suoi capelli, accarezzandoli e tirandoli.
La sua risposta in un grugnito nella mia bocca.
La mia risposta in un fruscìo liquido nei miei slip.
“Swan...” la sua voce affannata sulle mie labbra mentre la sua mano tirava su la mia gonna accarezzandomi la coscia.
“Si...” le mie mani frenetiche che cercavano senza molto successo di sbottonargli la camicia.
“Cravatta...” e spostò i suoi baci infuocati verso il mio orecchio.
“Oh...” mi sbrigai a slacciargli la cravatta.
“Cullen...” avevo buttato la cravatta da qualche parte e avevo ripreso la lotta contro i bottoni della camicia.
“Si...” il suo bacino premeva ritmicamente contro il mio mentre continuava a torturarmi il collo di baci e morsi.
“Slip...” gli avevo aperto la camicia e mi ero fiondata a baciare e leccare quel magnifico torso da dio.
“Swan...ohh...” mi aveva abbassato gli slip e io avevo continuato a buttarli giù muovendomi incerimoniosamente. Con un calcio raggiusero la cravatta non so dove.
“Che c’è...” avevo il fiato corto ormai.
“Cintura... bottone... zip...” la sua mano aveva raggiunto la mie labbra già bagnate abbondantemente e pronte a qualunque cosa lui volesse fargli.
Mi strofinava con esperta sicurezza, dosando delicatezza e pressione, fino a raggiungere il mio orifizio gonfio e trepidante.
“Oooohhh... Cullen....” Cecavo a fatica di rimanere coerente per portare avanti il difficilissimo compito di tirargli giù pantaloni e boxer, dato che lui continuava ad accarezzarmi e a baciarmi con intento. Il suo corpo sinuoso ondeggiava contro il mio, la sua erezione che premeva sul mio bacino. Riuscii a liberarlo dalla gabbia dei boxer e il suo cazzo duro, caldo e plusante balzò sull’attenti per me. Che amore!
La mia camicetta di sottile seta, distrutta da un suo secco movimento con la mano, la quale raggiunse poi la mia schiena.
“Swan...” il suo alito caldo e profumato gli usciva in ansimi. Lo sentivo che muoveva la sua mano dietro la mia schiena in modo sconnesso.
“Siiiiihhhh...” avevo cominciato ad accarezzarlo lungo l’asta. Era grande, non riuscivo ad unire le mie dita sulla sua circonferenza, la pelle delicata e vellutata.
“Ganci... ganciiii!!” deglutiva e cercava di controllare il respiro.
“Davanti, davantiiii!!!” sollevato dal panico, riuscì con pollice e indice a sganciarmi il reggiseno tra le coppe.
“Oh Swan... sei bellissima...” senza smettere di accarezzarmi, ora guardava il mio corpo quasi completamente esposto a lui, era incantato e il suo sguardo era reverenziale.
Aveva ripreso a baciarmi con più fervore di prima mentre continuavamo ad accarezzare i nostri sessi senza sosta.
“Cullen... sei molto più bello di quanto avessi immaginato...” ormai ero nel delirio dei sensi.
“Swan... avevi... delle fantasie... su di me... oh Dio...” sentii il suo cazzo gonfiarsi ulteriormente nella mia mano.
“Ooopss...” ormai ero senza più filtri, completamente divorata dal dio che mi stava consumando tutti i sensi.
“Swan... dimmi che mi vuoi... dimmi che mi hai sempre voluto...” affannato mentre mi accarezzava e mi baciava.
“Scordateloooooohhhhh....” un barlume di lucidità. Ma se ne stava già andando.
“Dimmelo!” e prese a pomparmi più forte con le dita.
“Cullen... Edward... ti voglio...”
“Ancora...” i suoi baci lasciavano una scia ardente sulla mia pelle.
“Ti voglio... adesso... dentro di me... scopami Cullen... sco...pa...miiii!!”
Mi sollevò con facilità e io aggrappai le mie gambe ai suoi fianchi.
Si posizionò al mio ingresso.
Mi guardò dritto negli occhi.
“Swan... Isabella... questo cambia tutto...” era serissimo. Non l’avevo mai visto così.
“No...” come no?!
“Si!” e con un movimento deciso penetrò tra le mie pareti grondanti del liquido prodotto copiosamente per lui. Rimanemmo un attimo senza fiato e lentamente cominciò il suo movimento verso il paradiso.
“No...” cantilenavo come allucinata.
“Si...” pompava e roteava i finchi per colpire il mio punto delle meraviglie.
“Nooohhh....” sembravo essere senza peso e rimbalzavo come non avrei creduto possibile.
“Siiii...” il suo respiro profondo e corto tra i colpi che mi infliggeva senza pietà.
“No...”
“Si...”
“Si...”
“Sssiiiii...”
“Oh siiii.... Edward....”
“Bella... oh Bellaaaa....”
“Edwarrrdddd... Edwardddd.... Edward, Edward, EDWAAAARRRDDDD!!”
“Bella... Bella... vieni... vieni... vengo... vengo... BELLLLLA!!!”
Il Paradiso. Il Pa-ra-di-so. Nulla di meno.
Rallentammo franticamente i movimenti. Io ero gelatina e a lui non tenevano più le gambe.
Ci ritrovammo sul pavimento ansimanti, sudati e ancora aggrovigliati.
Alzai lo sguardo al suo viso.
Un’emozione forte, potente, mai provata prima.
Il suo sguardo ancora più caldo di prima, carico di emozioni che aspettavano solo di esprimersi.
Mi baciò.
Lentamente, dolcemente.
Le sue mani mi accarezzavano il viso e mi trattenevano come se fossi di porcellana.
Le mie, dolci sui suoi capelli.
Lentamente si rialzò.
Allungò una mano verso di me.
“Vieni, amore...”
Rimasi scioccata a fissarlo negli occhi, cercando la conferma di ciò che aveva appena detto.
La trovai.
Accolsi la sua mano che mi rialzò.
Mi abbracciò. Le sue mani e le sue braccia ad avvolgermi corpo e anima.
“Rivestiamoci... ormai non dovrebbero metterci molto a riattivare l’ascensore” sussurrò trai miei capelli.
Cominciammo a rivestirci. Avrei dovuto sentirmi strana o in imbarazzo o confusa. Non lo ero.
“Non trovo gli slip...” guardai sul pavimento che ormai era vuoto delle nostre cose.
Lo sentii ridacchiare.
“Che c’è?” gli sorrisi e seguii il suo sguardo.
Puntava dritto al soffitto dal qual pendeva un rametto di vischio.
E dal quale pendevano i miei umidi slip.
Arrossii mentre cercavo di arrivare all’infame prova della nostra passione.
“Oh no Miss Swan, non la conosci a tradizione?” mi tirò giù la mano delicatamente, ma aveva quel suo sorrisetto che tanto mi piaceva.
Non so come, ma arrossii ancora di più.
Si avvicinò lentamente, avvolse le sue mani sulle mie, e mi baciò dolcemente. La sua lingua accarezzava la mia amandola.
“Buon Natale Bella.... amore”
Lo guardai “Buon Natale Edward... amore mio”
Fu così che riconquistai i tanto desiderati slip.
***
L’ascensore aveva ricominciato a funzionare. La luce tornò billante accecandoci per un istante.
Eravamo vestiti ma Edward mi teneva stretta a se, dato che la mia camicetta era letteralmente in frantumi e lui non voleva che si vedesse nulla dal cappottino.
Arrivammo al pian terreno e le porte finalmente si aprirono.
Uscimmo abbracciati e con gli sguardi incatenati.
Solo per un attimo Edward staccò i suoi occhi dai miei.
Per fare l’occhiolino a qualcuno.
Mi voltai.
Angela!
Lo sapevo che c’era il suo zampino sotto!
Ma la vendetta è un piatto che va gustato freddo.
“Buon Natale Ben!” canticchiai alla guardia notturna.
Mai rivelare i tuoi segreti ad un venditore, cara Ang...

2 commenti:

mery robert ha detto...

complimenti storia molto.. stimolante nn sapevo scrivessi brava impostata molto bene.

bedw ha detto...

Dai, è carinissima! Ed in fondo interpreta il sogno proibito di molte:rimanere chiuse in ascensore (o qualsiasi altro luogo per me) con Edward......mi è piaciuta anche la battuta sulla vendetta....mi sa che anche Bella ha organizzato "qualcosa" con Ben ai danni (si fa per dire)di Angela!